Perché ci si saluta in montagna? Il “rito” che dalla notte dei tempi ci fa riscoprire l’umanità

Perché ci si saluta in montagna? Non c’è un solo motivo, si tratta di un’abitudine (o meglio un vero e proprio rito) che tutti coloro che frequentano boschi e vette seguono con piacere e che ci fa riscoprire la nostra umanità e la voglia di condividere la fatica ma anche la bellezza con le persone che incontriamo sul nostro cammino

Se siete assidui frequentatori delle montagne e fate spesso passeggiate, sicuramente saprete che esiste una piacevole abitudine: salutare tutti gli altri escursionisti che si incontrano sul proprio cammino. Che sia un “ciao”, “buongiorno”, “hi” o “hello” –  in caso di turisti stranieri – viene estremamente naturale salutare chi passeggia tra i boschi o in alta quota, anche se non lo conosciamo (e probabilmente non lo incontreremo mai più).

La montagna in questo senso è un luogo speciale. A differenza di quanto avviene spesso in città, ma anche al mare o in altri luoghi, qui non si fa affatto fatica ad augurare una buona giornata o a dire semplicemente un “ciao” con un sorriso a chi sta camminando, in salita, in discesa o in piano non fa alcuna differenza.

Lungo i sentieri siamo tutti uguali e ci sentiamo parte di una scelta comune: quella di entrare in contatto con la natura e di farlo in maniera “slow”, senza macchine ma solo con l’aiuto dei nostri piedi e delle nostre gambe. A volte per i sentieri si incontrano anche persone in bicicletta e un segno di saluto è d’obbligo – anzi un piacere – anche in questi casi.

Tra boschi e montagne, insomma, è come se si vivesse una socialità particolare, difficile da ritrovare altrove. Si tratta quasi di una specie di rito quello del saluto che unisce tutti e che a volte diventa anche momento di scambio e possibilità di conoscere persone nuove. Può capitare, ad esempio, di avere necessità di chiedere indicazioni sul sentiero che stiamo percorrendo o su quanto manca alla tanto agognata meta.

Siamo tutti lì, zaino in spalla, intenti ad arrivare da qualche parte, non dimenticando però di goderci anche (e forse soprattutto) il percorso, che a volte ci mette alla prova con salite difficili, ma per quanto queste possano essere ripide e il nostro fiato corto, quando incontriamo qualcuno lo salutiamo. E la cosa è contagiosa, anche chi magari si trova per la prima volta in montagna si abitua quasi subito a salutare chi incrocia sul suo cammino.

Perché ci si saluta in montagna? Non c’è un solo motivo e non si conosce l’origine precisa di questo “rito”, è così e basta, si tratta di un’abitudine consolidata, oltre che di una dimostrazione di gentilezza, di condivisione e scambio, che racchiude in un solo gesto (un sorriso) e poche parole (anche un semplice ciao) tutta la nostra umanità.

Un momento perfetto per riconnetterci con la natura e con gli altri, condividendo qualcosa di bello, e facendo anche un po’ di digital detox (di cui tutti abbiamo profondamente bisogno).

Come dicevamo, poi, la montagna ci mostra che siamo tutti uguali di fronte alla fatica ma anche alla bellezza di ciò che ci circonda e la nostra nazionalità non ha più importanza, si saluta tutti ma proprio tutti, compresi gli amici a quattro zampe che si godono boschi e sentieri insieme a noi.

Salutare in montagna è anche un gesto di solidarietà e conforto verso chi magari procede in salita ed è un po’ affaticato, si mostra così anche la propria disponibilità ad aiutare in caso di situazioni difficili.

A chi non frequenta spesso le montagne tutto questo potrà sembrare strano, ma chi è assiduo visitatore dei monti sa quanto sia assolutamente naturale e spontaneo salutare, anche perché magari si riconoscono negli altri delle affinità (anche solo la passione per la montagna).

Tutto questo – probabilmente – non accade  in nessun altro luogo. Come diceva William Blake: “Quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono”. 

I motivi per trascorrere una vacanza in montagna o fare anche solo una “toccata e fuga” in giornata sono molti e ve li abbiamo riassunti in questo articolo.

ATTENTO A QUELLO CHE FAI !!!

RIDRACOLI………………………ISTRUZIONI PER L’USO!

: ‘
– …e se vi va condividete!
Questo è un post lungo e noioso, ma speriamo utile!
Ricordiamo che gli ultimi ingressi sono un’ora prima della chiusura.
A Ridracoli vi è un biglietto di ingresso che si fa in biglietteria, oppure online entro il giorno precedente.
BIGLIETTO INTERO 5€
BIGLIETTO RIDOTTO 4€ ( 12 , 65, 15 )
BIGLIETTO OMAGGIO 1 , ,
BIGLIETTO FAMIGLIA 14€ 2 12
Il biglietto vale sia per l’ingresso alla diga, ma anche per la visita di IDRO ecomuseo, nella stessa giornata.
Il sarà attivo domenica 12 marzo, poi da Pasqua, fino a inizio settembre e ci sarà tutte le domeniche e i festivi. Quando non c’è la navetta vuol dire che si può salire in macchina.
Le potranno accedere fino alla diga, dopo aver fatto il biglietto, parcheggiando poi nell’area apposita.
Chi possiede il può accedere col proprio mezzo fino alla diga anche quando per i turisti è prevista la navetta.
A , il tragitto dalla biglietteria alla diga è di 1,8km, in salita, su strada asfaltata. Il biglietto di ingresso deve comunque essere acquistato.
Per gli escursionisti, il #sentiero natura inizia dal parcheggio di IDRO ecomuseo, non dal cancello della biglietteria. Sentiero 233 , indicazione per San Paolo in Alpe.
Il entrerà in funzione domenica 26 marzo con partenze alle ore 10-11-12 / 14-15-16-17 , il biglietto si può fare in loco il giorno stesso, oppure online con almeno 48 ore di anticipo
Le Canoe Ridracoli entreranno in funzione a maggio
SI O NO? Si, sparsi sono presenti tavoli in legno…oppure portate una copertina
i possono entrare (al guinzaglio e raccogliendo la , non incastrate i sacchettini tra le radici degli alberi please)
Il rifugio Cà di sopra al momento è CHIUSO, aprirà sabato 25 marzo. Il sentiero invece è sempre aperto. Nessuno vi impedisce di portare il passeggino, ma non pretendete di percorrere agevolmente il suddetto sentiero. Noi lo sconsigliamo.
I ‘ non li abbiamo dimenticati e non sono andati persi, ma nei comuni di Bagno di Romagna e Santa Sofia è in vigore la raccolta porta a porta. Generalmente chi va in montagna porta a casa i propri rifiuti.
In bagno, al chiosco e all’ecomuseo i cestini sono comunque presenti per i piccoli rifiuti.